Botanica – Coltivazione

Bianco

Una pianta assai esigente

La coltivazione
domestica e quella
dei professionisti

Coltivazione di peperoncini

Il peperoncino è una delle piante più esigenti. E’ vero che attecchisce con facilità, ma è anche vero che ha bisogno di cure costanti. Molto dipende da chi coltiva i peperoncini e con qualche finalità. E’ evidente infatti che una cosa è coltivare peperoncini in casa a scopo dilettantistico. Ben altra cosa la coltivazione di agricoltori professionisti che hanno la preoccupazione dei tempi di maturazione e la necessità di elevate produzioni per elevate redditività. In tutti i casi, sia per la coltivazione dei dilettanti e per quella dei professionisti, quattro sono i fattori principali che influiscono sulla produttività della pianta: la temperatura e la luce, il terreno, l’irrigazione, la concimazione.

La luce e il calore
sono determinanti
per frutti belli e piccanti

Coltivazione di peperoncini

La temperatura e la luce
La temperatura è importantissima, soprattutto se si vogliono ottenere frutti piccanti. Il contenuto di capsaicinoidi che determina la piccantezza è più elevato a 30°C che a 20-24°C. La temperatura ottimale per la germinazione è compresa fra i 20 e i 30°C. La temperatura minima biologica, cioè la minima indispensabile per la vegetazione è di 10-12°C. Mai le piante devono essere esposte a temperature di 0-4°C perchè in tali condizioni subiscono danni irreversibili. D’altra parte la temperatura massima sopportata è di 20-30°C. Alte temperature, unite a bassa luminosità, fanno cadere i fiori e i piccoli frutti. La stessa cosa accade se la temperatura è elevata. La scarsa luminosità riduce la fioritura, aumenta la cascola dei fiori e quindi fa diminuire la produttività. La massima fioritura si ha dai 25 ai 40°C, tenendo però presente che anche i livelli massimi di temperatura fanno aumentare la cascola dei fiori. Le variazioni delle temperature determinano anche la forma dei frutti. Con l’abbassamento tendono ad assumere forme allungate e ad accentuare la punta dell’apice. Con le temperature più alte i frutti tendono ad essere più tozzi. In ogni caso la temperatura ha poca influenza sui frutti già sviluppati.

I terreni più
adatti alla coltivazione
del peperoncino
sono quelli
di medio impasto

La scelta del terreno
I terreni più adatti alla coltivazione sono quelli di medio impasto tendenti allo sciolto con buona dotazione di sostanza organica. Si mostrano buoni anche terreni tendenti al compatto.

Terreno

Sono di medio impasto i terreni nei quali sono presenti contemporaneamente la sabbia, l’argilla e lo scheletro cioè particelle con diametro superiore a 2 mm. Il terreno deve essere sistemato e lavorato in modo che non vi siano ristagni di umidità e con veloce sgrondamento dell’acqua. Una proprietà del terreno che bisogna conoscere è la reazione chimica più semplicemente indicata con la sigla pH secondo una scala di valori che va da 0 a 14. Un pH da 0 a 6,9 segnala un’acidità massima a 0 e minima a 6,9. Un pH 7 segnala una reazione neutra con idrogeno e ossidrile che si equivalgono. Un pH da 7,1 a 14 segnala valori di alcalinità con un massimo di 14 e un minimo di 7,1. Per analizzare il pH ci sono apposite attrezzature professionali ma anche apparecchiature non eccessivamente costose.

La pianta di
peperoncino è molto
sensibile allo stress
idrico e ai ristagni di acqua

Irrigazione

Irrigazione e buona concimazione
Il peperoncino è una pianta molto sensibile allo stress idrico. La mancanza di acqua causa l’arresto della vegetazione e della fruttificazione anche se non sono evidenti i segnali dell’appassimento. Se la mancanza di acqua si potrae a lungo si ha la caduta dei fiori e delle bacche. In questo caso si tratta di danni irreversibili che determinano la lignificazione della pianta e una fase di senescenza improduttiva. Senza dimenticare che un terreno asciutto determina il blocco dell’assorbimento del fosforo, del potassio e dell’arato. D’altra parte irrigazioni abbondanti o frequenti possono determinare ristagni d’acqua, marciumi delle radici e del colletto. La migliore concimazione è quella con letame. Esige particolari cure nella scelta e nella utilizzazione. Viene praticata soprattutto dai coltivatori professionisti. I dilettanti fanno bene a rifornirsi di prodotti in vendita nei negozi specializzati attenendosi con cura alle indicazioni riportate sulla confezione.

Coltivazione professionale
e coltivazione dei dilettanti

Botanica

Le tecniche di coltivazione
I primi stadi di crescita della pianta di peperoncino sono lenti e condizionati dalla temperatura. La coltivazione professionale viene fatta in quattro fasi successive: 1) La semina nei semenzai2) La picchettatura3) L’indurimento4) La messa a dimora in campo, in serra, o, in vaso. Gli interessati possono richiedere all’Accademia del Peperoncino accademia@peperoncino.org il manuale della coltivazione professionale Coltivare Capsicum che viene spedito gratis con le sole spese di spedizione.

Ai dilettanti che vogliono coltivare peperoncini in casa, bastano poche regole. Una procedura più pratica. Sintetizzata in quindici punti:
1. Acquistare un contenitore alveolato da 40-50 posti.
2. Riempire gli alveoli con un terriccio per semine fatto da torba e terra leggera.
3. Porre due semi per ogni alveolo.
4. Sistemare il contenitore sul davanzale o in un posto dove può ricevere molta luce e calore. Magari sopra un pannello di polisterolo.
5. Per aumentare il calore stendere sopra i contenitori un velo di tessuto non tessuto che può rimanere anche dopo che le piantine sono spuntate.
6. Annaffiare ogni 3-4 giorni utilizzando acqua a 20° centigradi perché l’acqua fredda rallenta la germinazione.
7. Dopo 60 giorni le piantine raggiungono l’altezza di 10-15 cm ed emettono 4-5 foglioline. E’ il momento di trapiantarle nei vasi.
8. Scegliere bene i vasi. Tenendo presente che una pianta di 15-20 cm di altezza ha bisogno di un vaso non inferiore a 12-16 cm di diametro. Le varietà più consistenti che raggiungono i 60 cm di altezza hanno bisogno di vasi più capienti con un diametro di 20-25 cm .
9. Preparare i vasi. Mettere sul fondo un piccolo strato di argilla espansa o ghiaia. Questo per impedire il ristagno d’acqua che può danneggiare le radici.
10. Scegliere per ogni alveolo la piantina migliore e trapiantarla nel vaso con tutto il terriccio.
11. Sistemare i vasi in zone il più possibile soleggiate. Meglio se riparate da muri. La mancanza di luce determina la caduta delle foglie e la morte della pianta.
12. Concimare con concimi liquidi o granulari, generalmente utilizzati per piante di orto. La concimazione deve essere fatta ogni 15 giorni con i dosaggi indicati sulle confezioni.
13. Annaffiare frequentemente e in modo regolare mantenendo sempre umido il terreno. Preferire le ore mattutine e serali. Annaffiare le piante dall’alto con acqua a temperatura ambiente. Oppure riempire d’acqua i sottovasi.
14. La carenza d’acqua determina l’afflosciamento delle foglie. Un segnale importante che richiede un sollecito intervento.
15. La raccolta può avvenire quando i peperoncini hanno raggiunto una giusta dimensione anche se sono ancora verdi. Aumenta così la produzione di nuove bacche. La raccolta va fatta ogni 8-10 giorni tagliando delicatamente il peduncolo con le forbici. Preferire le ore fresche e a pianta asciutta a 48 ore di distanza dall’ultima irrigazione.

Parassiti animali.
I problemi che crea
il ragnetto rosso
e quelli prodotti da
afidi e pidocchi

Funghi e Parassiti

Avversità e difese. Dai parassiti ai funghi
Le piante di Capsicum sono attaccate da molti parassiti animali, gli stessi che attaccano pomodori e melanzane. Il più frequente è il Tetranychus urticae comunemente detto Ragnetto rosso. Punge soprattutto le foglie che assumono un caratteristico colore bronzeo e lascia una specie di ragnatela. Può essere molto dannoso, sono necessari trattamenti fogliari con prodotti a base di Amitraz (Edrizar Siapa alla dose di 150-200g/hl di acqua). Bisogna sempre distruggere le piante colpite. Tra gli afidi o pidocchi delle piante è pericolosa l’afide verde che punge le foglie e sottrae linfa alla pianta. Le foglie colpite si accartocciano e ingialliscono. Un altro problema sono i batteri. Lo Pseudomonas solanacearum provoca l’avvizzimento batterico. Sulle foglie determina ingiallimenti, necrosi localizzate sui margini. Sul fusto favorisce l’emissione di radici avventizie. I batteri attaccano le piante soprattutto nella fase giovanile. Utilizzare trattamenti agli organi aerei. Utilizzare prodotti a base di rame molto stabilizzati come la FT 2 Siapa all’1,5-2%.

Le piante sono
danneggiate dai funghi:
Cancrena pedale,
Verticillosi e Fusarium.
Caratteristiche e prevenzione

Botanica

Le maggiori avversità vengono dai funghi. I più diffusi sono tre:

1) Phytophtora capsici (fitoftora o cancrena pedale). E’ un fungo pericoloso che può colpire la pianta in tutte le fasi e in tutte le parti. Di solito attacca le radici e il colletto. Con elevate temperature e abbondanti piogge estive aggredisce anche gli organi aerei. Sul colletto e sulle radici si formano prima delle aree di color verde tenue che diventano ben presto di colore bruno scuro. La pianta secca. I frutti colpiti presentano macchie verdi che rendono la bacca flaccida e rugosa. Il seme proveniente da piante infette è portatore di infezione. La diffusione del fungo è favorita dagli schizzi d’acqua. Si può prevenire la malattia col drenaggio dei terreni e con corrette irrigazioni. Per interventi chimici esistono specifici fungicidi.

2) Verticillium Dahliae (verticillosi). E’ un fungo che attacca le radici e il fusto. Invade i vasi che si ostruiscono provocandone l’occlusione. La linfa non passa e la pianta muore a partire dalle parti alte. Il fungo sopravvive nel terreno per molti anni per cui è necessaria la sterilizzazione dei terreni.
E’ importante evitare ristagni d’acqua con accurati drenaggi. Per le coltivazioni in serra è fondamentale arieggiarle bene. E’ buona norma estirpare e bruciare le piante colpite.

3) Fusarium vasinfectum e Fusarium solani sono pericolosissimi e determinano la tracheofusariosi. Le piante infettate hanno un fusto poco sviluppato, rachitico e cespuglioso. La radice primaria ha poche radichette. Le foglie manifestano una clorosi alla quale succede la necrosi. I frutti sono piccoli e deformati. In particolare il Fusarium solani attacca di più le piantine in semenzaio che, una volte adulte, presentano i problemi sopra elencati.